Tutti in campo: i giovani atleti ucraini hanno iniziato ad allenarsi al Centro sportivo “Monte Claro” di Cagliari. Arrivati in Sardegna nell’ambito di un progetto sportivo-sociale del Cagliari Calcio, in accordo con la Federazione calcistica ucraina e l’FC Minaj, hanno indossato questo pomeriggio completino di allenamento del Club e scarpini. Obiettivo: ritrovare un po’ di serenità, ricominciare a divertirsi giocando a calcio, inseriti tra le fila delle giovanili rossoblù. Il progetto, nel programma delle iniziative Be As One, si tiene in collaborazione con la Caritas diocesana di Cagliari e i Salesiani Don Bosco di Selargius.
All’allenamento di oggi presente anche il presidente Tommaso Giulini; con lui, il responsabile del Settore giovanile rossoblù Bernardo Mereu e don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana di Cagliari. Il gruppo dei baby calciatori ucraini è composto prevalentemente da ragazzi nati nel 2009, a cui si aggiungono un classe 2006, impegnato con la formazione Under 16, e un classe 2008, che gioca nel Centro di formazione di Alghero.
A margine dell’allenamento il presidente Giulini ha parlato con i media dello spirito dell’iniziativa: “Mi fa piacere essere qui con don Marco Lai: la Caritas e i Salesiani ci hanno aiutato tanto con questi ragazzi. È un piacere vederli giocare con i nostri. Oggi abbiamo anche ricevuto la visita del presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, sappiamo che tutti i Club stanno facendo la loro parte. Il calcio è prima di tutto un’attività sociale, come Cagliari da anni ci impegniamo a coinvolgere il territorio e lo dimostrano le tante squadre affiliate all’Academy in tutta la Sardegna, oltre che i centri di formazione dove convogliano i migliori talenti dell’Isola.” “Sono convinto – ha continuato il presidente – che questa possa essere un’opportunità per i ragazzi di imparare una nuova lingua e conoscere la cultura sarda. Purtroppo la guerra potrebbe essere lunga, noi siamo pronti a continuare a dare il nostro supporto. L’importante è ridare serenità a chi sta vivendo una vera e propria tragedia”.
Ha dichiarato il responsabile delle giovanili rossoblù Bernardo Mereu: “Il nostro obiettivo è regalare a questi ragazzi dei momenti di serenità e spensieratezza, per quanto possibile, fosse anche solo per l’ora dell’allenamento. Lo sport diventa così un’occasione per integrarsi e conoscere una nuova realtà. È bello vederli giocare da subito con i nostri, si stanno conoscendo e con il passare del tempo il gruppo diventerà una cosa sola. Lasciamo da parte i discorsi tecnici: i loro sorrisi sono la nostra più grande soddisfazione”.
Infine, l’intervento di don Marco Lai a nome della Caritas diocesana di Cagliari: “È un’esperienza davvero interessante. Questo progetto non sta solo aiutando delle persone che scappano dalla guerra, ma sta coinvolgendo i ragazzi in maniera integrale. Hanno iniziato la scuola e in aggiunta grazie al Cagliari Calcio c’è anche una dimensione ludica e sportiva: è questo il punto di forza dell’iniziativa, per la quale ringraziamo anche i Salesiani, che li stanno ospitando. Quando il Club ci ha presentato l’opportunità abbiamo accettato subito, si tratta di un barlume di luce tra le tenebre. Lo sport ci permette di costruire fraternità e fratellanza, per salvaguardare un futuro che possa essere dignitoso per tutti”.